L'attesa
La fotografia è arte, è realtà, è la possibilità di condensare in un'immagine l'invisibile. Essa esprime emozioni e comunica sentimenti. Con queste foto ho voluto esprimere e comunicare i sentimenti che caratterizzano questo periodo di quarantena, ho voluto mostrare l'animo umano dinanzi alla minaccia mortale del virus. Viviamo, infatti, un tempo di attesa e solitudine. Guardiamo fuori dalle finestre delle nostre case, impauriti e impotenti, e vediamo solo parchi vuoti, strade deserte, paesi sempre più desolati da un silenzio straziante. In questo limbo di angoscia aspettiamo di sentire, anche solo in lontananza, le risate dei bambini, il rumore di passi, il vociferare indistinto e scomposto degli amici, persino il frastuono delle automobili. Aspettiamo di vedere il mondo che abbiamo lasciato, quel mondo che ora sopravvive solo nei nostri occhi e nelle nostre menti.
Aspettiamo parole e abbracci, per ora solo sognati. Tuttavia, l'attesa non è sola, spesso, troppo stesso, è accompagnata dal dolore e dalla frustrazione derivante dall'essere impotenti dinanzi alla malattia. Il virus irrompe nelle nostre case e, talvolta, ci pone dinanzi all'incubo delle morte, di un amico o di un parente. Vediamo la gente morire, troppa gente morire, e noi ci percepiamo nella nostra debolezza, come soffioni i cui petali aspettano solo di essere trascinati lontano dal vento. E allora aspettiamo, restiamo fermi, non ci muoviamo, non interagiamo, ci aggrappiamo alla vita, la nostra forza risiede nell'aspettare che passi a tempesta, risiede nella speranza che il mondo di prima possa tornare ad esistere.