L'urlo di Agata
Agata urla il suo disagio, urla la sua prigionia dentro un corpo che vede come una gabbia, così pesante ed opprimente che uscire sembra impossibile. Essa ha un corpo, è vero, ma un corpo che non sente suo, che trova limitante rispetto ad un’identità che non riesce ad emergere.
Il taglio diviene, quindi, la concreta possibilità per far affiorare qualcosa che esiste nel suo profondo, la sua parte mentale, potremmo chiamarla, in costante lotta con quella fisica, desiderosa di provare qualcosa di forte che la riporti alla vita, alla sensazione propria della vita, colma di concretezza e realtà.